













IL PROGETTO
Il progetto di film collettivo Alfabeto Sardo intende organizzare in capitoli parte del materiale presente alla Cineteca Sarda nell’ambito dell’iniziativa “La tua memoria è la nostra storia”, il cui obiettivo è principalmente quello di costruire l’archivio della memoria privata e familiare dei sardi.
Dal lancio del progetto – ormai 4 anni fa – a oggi sono state raccolte e digitalizzate (anche grazie alla collaborazione di Martina Mulas e Gigi Cabras della Cineteca Sarda) alcune centinaia di ore di filmati in pellicola 8 mm o super 8. Il girato è stato censito e classificato in categorie e sottocategorie che ne consentono il facile reperimento.
Alfabeto Sardo, vuole restituire una visione strutturata dei materiali, organizzandoli per temi e montandoli in 8 capitoli, ciascuno dei quali affidato a un giovane autore che vive in Sardegna.
L’utilizzo di filmati familiari al fine di costruire una “storia minore”, una sorta di storia privata di una popolazione, è oggi largamente condiviso e ne viene ampiamente riconosciuta la validità in ambito storico, sociologico e antropologico.
Ciò che a noi interessa, però, è come questi video possano comporre all’interno di ogni capitolo una sorta di mappa, una traccia da seguire elaborata attraverso un montaggio di assonanze e dissonanze, relazioni tematiche o puramente visive.
Abbiamo cercato di individuare quei temi che, oltre a non rientrare nella disponibilità dei materiali, potevano essere letti come antropologicamente e etnograficamente consunti, frusti, tipici di una descrizione della sardità un po’ stereotipata, per cercare un alfabeto che racconti senza pudori, senza compiacimenti e senza luoghi comuni, la Sardegna di un periodo, quello tra gli anni 70 e gli anni 90, in cui alcune trasformazioni culturali e antropologiche hanno segnato l’attuale destino della nostra Regione.
I CAPITOLI
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01. Cerimonie e banchetti
I materiali presenti sono ricchi di immagini relative a battesimi, cresime, matrimoni e funerali. Nella tradizione sarda questi momenti non sono legati solo alla ritualità familiare, ma divengono immediatamente ritualità collettiva. Il legame tra cerimonia e cibo affonda nelle radici della storia e ha in Sardegna una forte connotazione antropologica. Il cibo della/nella cerimonia è sia il momento della riunione di una collettività attorno ai festeggiati (o ai defunti) ma anche dimostrazione alla collettività della loro magnificenza. Per evidenziare l’importanza della ritualità nelle cerimonie familiari o vicinali basterà citare come esempio la Cerimonia dell’Abbraccio – o del fidanzamento – in cui il sacro vincolo di fede e di pegno viene consacrato con doni e con l’anello di fidanzamento, il maninfide tradizionale. Tale celebrazione man mano si è persa nella modernità ma resiste in alcune rare immagini dell’archivio. Naturalmente la cerimonia si conclude con un sontuoso banchetto a puro carattere dimostrativo che assomiglia molto ad alcuni aspetti del potlatch raccontato da Marcel Mauss nel suo Saggio sul Dono.a cura di Valentina CoronaLaureata in Scienze della Comunicazione a Cagliari, ha seguito numerosi laboratori di fotografia e direzione della fotografia cinematografica. Ha lavorato come segretaria di edizione, aiuto regia e assistente al montaggio in numerosi cortometraggi e documentari realizzati in Sardegna. -
02. Viaggi e vacanze
Altro tema per il quale esistono moltissimi materiali è quello delle vacanze: quelle estive al mare le più frequenti, ma sono presenti anche filmati di gite in montagna negli impianti di Fonni, nel cuore dell’isola, mentre Parigi e Londra sono le mete più comuni per quanto riguarda i viaggi all’estero. L’uso frequente dello zoom per avvicinare monumenti e luoghi con i loro colori slavati, è una caratteristica delle riprese dell’epoca e potrebbe essere una forma, un modo di raccontare, così come le panoramiche fatte a mano che partono dalle immagini in primo piano dei personaggi (in genere mogli/mariti e figli) fino a raggiungere il monumento sullo sfondo.a cura di Martina MulasLaureata in Lettere Moderne, lavora presso la Società Umanitaria – Cineteca sarda di Cagliari per la digitalizzazione di pellicole in formato ridotto, la ricerca di materiale d’archivio e l’organizzazione di iniziative cinematografiche. -
03. Famiglia e vita domestica
Anche in questo caso ci sono materiali straordinari: scenette familiari, padre e figli, parenti alla finestra, bambini che giocano, nonne con nipoti. Il carattere principale di queste immagini si può trovare in due aspetti. Il primo è lo sguardo in macchina: l’orgoglio della mamma che tiene in braccio la figlia e guarda la cinepresa come a dire io ci sono, sono qui con lei che è la mia discendenza. L’altro aspetto che caratterizza questo tipo di situazione è l’immagine rubata, la cattura della situazione anche familiare all’insaputa del soggetto della ripresa. Nonne riprese mentre, sedute su una sedia, aspettano che il tempo trascorra o sorelle alla finestra che stanno parlottando, mentre guardano la campagna. Qualcuno, forse un fratello, sta spiandole con la cinepresa a loro insaputa ma ecco che una di loro se ne accorge e guarda verso la macchina da presa e sorride. E poi i bambini, tanti bambini, tutti insieme in un grande ritratto collettivo o spaesati che si tengono per mano in attesa del loro futuro.a cura di Marta FioriHa di recente completato il percorso formativo presso la scuola di Cinema ECIB di Barcellona. Nel frattempo ha realizzato tre cortometraggi in ambito scolastico. -
04. Territorio e paesaggio
La ricchezza del paesaggio sardo e la sua varietà fisica sono ampiamente raccontati. Dai monti del Nuorese, il Corrasi e il Monte Ortobene che domina la città, ai laghi artificiali; dai molti mari, quello orientale battuto dal Maestrale e quello occidentale con le sue cale segrete e nascoste, il paesaggio della Sardegna sorprende e meraviglia anche chi lo conosce. Ma il paesaggio non è solo quello della natura ma anche quello dei borghi spesso spopolati e a volte abbandonati.a cura di Roberta AloisioHa realizzato diversi lavori antropologici tra cui Sardandendi, un'indagine tra i sardi che vivono in America latina e le popolazioni autoctone, sul tema della tutela dei beni ambientali e documentari di carattere antropologico e sociologico. Ha partecipato come aiuto regista in molti film realizzati in Sardegna tra cui L’Accabadora (2015 regia di Enrico Pau). -
05. Case, quartieri e città
Le case sarde hanno caratteristiche diverse nei vari territori ma sono accumunate da alcuni elementi caratteristici: il camino all’interno, luogo intorno al quale si raccoglieva il nucleo familiare d’inverno, e lo spazio esterno dove si lavavano i panni, si cucinava e si viveva d’estate. La città, Cagliari, è stata ripresa in tutti i modi, dai suoi luoghi più celebri come il Bastione San Remy e la Torre dell’Elefante, fino ai nuovi quartieri di edilizia popolare di Sant’Elia, edificati tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ‘80.a cura di Ferruccio GoiaFilmmaker, ha partecipato al piano di formazione Eurodoc. Il suo documentario My Private Zoo ha partecipato al Festival di Nyon e in concorso al festival dei Popoli di Firenze. Ha collaborato tra il 2013-2015 con UNHCR realizando 15 brevi documentari sulla diaspora dei rifugiati siriani in Europa. -
06. Mare e pesca
Sebbene sia un'isola, la Sardegna non è stata vissuta storicamente da amanti del mare, che anzi è stato spesso visto come un pericolo o come il luogo da cui potevano arrivare le minacce. La pesca per esempio si è svolta quasi sempre negli stagni come quello di Cabras, San Giovanni di Muravera e Feraxi. Solo con l’arrivo dei Tabarchini a Carloforte la pesca ha iniziato ad assumere un carattere strutturato. Le nostre immagini mostrano i diversi tipi di relazione dei sardi con il mare: un luogo da cui trarre risorse per vivere, il nuovo rapporto che si è creato con la modernizzazione, il mare come luogo di vacanza o come fonte di reddito proveniente dal turismo.a cura di Luigi CabrasDopo uno stage presso la Cineteca del Friuli sulla conservazione e il restauro cinematografico, ha frequentato un master sulla gestione dei materiali audiovisivi presso l’Università di Cagliari. Ha iniziato una collaborazione con la rivista Filmidee e con la Società Umanitaria - Cineteca sarda di Cagliari. -
07. Feste patronali e tradizione
Anche per questo tema c’è abbondanza di materiale visivo che racconta lo stretto legame tra la popolazione e la tradizione sia religiosa che profana, a partire dalla ricorrenza annuale di Sant’Efisio a Cagliari fino alle feste dei vari paesi dell’entroterra. Come le feste religiose anche le ricorrenze profane sono legate ai cicli della natura: ne è un esempio il carnevale, dove si rinnova il patto tra l’uomo e la terra, bruciando il vecchio per lasciare emergere il nuovo. Le feste sacre e le feste profane si mischiano nel loro svolgersi, diventando momenti collettivi di devozione da un lato e richiesta di benefici più o meno miracolosi per la collettività dall'altro (come per esempio le processioni verso i santuari campestri dedicati alla Madonna alla quale chiedere la pioggia). Il carnevale ha però rappresentato nella tradizione sarda (e non solo) qualcosa in più. Un momento di liberazione e di trasgressione, un momento in cui il mascherarsi, trasformarsi in animale (carnevale di Mamoiada), cambiare sesso (carnevale di Ottana), o esibire elementi di sessualità (carnevale di Bosa) era da considerare come un’uscita da sé, non solo dell’individuo ma del collettivo, un rito di trasformazione che affonda le sue origini nella notte dei tempi.a cura di Alberta RaccisHa frequentato corsi di management d’arte, di spettacolo e di fotografia. Conduce laboratori video e di fotografia cinematografica. -
08. Lavoro e emigrazione
Abbiamo lasciato come ultimo tema quello del lavoro, in quegli anni declinato anche come “mancanza di lavoro”, e che spesso è stato basato sullo sfruttamento del territorio e dell'uomo come con gli impianti minerari e petrolchimici. La partenza degli emigranti verso il continente è stato un fenomeno che ha investito tutta l’isola. Le donne che rimangono a casa, straziate dal dolore dell’abbandono, che guardano con dignità e tristezza le cineprese, sono tra le immagini che meglio rendono l’intensità del momento.
Crediamo che questo progetto possa raccontare, meglio di molte parole, il periodo di trasformazione della Sardegna, della sua forzata modernizzazione, in cui si assiste (parafrasando una celebre frase di Gramsci, figlio di questa terra) alla morte progressiva del vecchio quando il nuovo non c’è ancora, e che, quando si intravede, mostra le tracce di un decadimento e di un disfacimento di cui ancora oggi possiamo rilevare i segni.a cura di Alberto DianaLaureato presso l’Università di Cagliari in Lettere ha conseguito un Master in Documentario Creativo presso l’Univesità Pompeo Fabra di Barcellona. Ha realizzato un suo documentario La Concorrente nel 2016 e sta producendo il suo secondo documentario Fango Rosso.